Sabato 18 marzo, proprio mentre la Democrazia Cristiana consolidava la sua struttura  organizzativa nella seconda circoscrizione della nostra città, con l’elezione dell’avvocato Guido Celoni a segretario, ricorreva idealmente il novantesimo compleanno del cardinale Severino Poletto, nato il 18 marzo 1933 e deceduto il 17 dicembre scorso. 

Circostanza  non causale in quanto ci sono stati momenti significativi nei quali l’illustre presule che credeva nell’unità politica di cattolici, volle manifestarci la sua vicinanza ed il suo sostegno.

Nella tristezza del momento, non posso dimenticare il ricordo personale che mi ha legata alla sua figura ed al suo ruolo.

Al congresso cittadino della Democrazia Cristina del 19 settembre 2021 sono stata eletta segretario cittadino. Il Cardinale, al corrente delle iniziative torinesi del partito, pur non trovandosi in buona salute, mi  ha ricevuto a casa sua nella collina di Moncalieri e mi ha accennato a quanto fosse secondo lui importante, la rinascita di una partito con valori cristiani cattolici come il nostro. 

Rimasi commossa e colpita dalla sua personalità schietta e dalla dolcezza del suo tratto, perché ero consapevole dei suoi valori e del ruolo fermo con il quale aveva a Torino ed in precedenti esperienze episcopali, affrontato pubblicamente posizioni delicate.

Poletto credeva nel ruolo attivo ed unito del cattolici. Già al convegno del 16 febbraio 2019, all’Istituto san Giuseppe di Torino, il cardinale Severino Poletto, in chiusura del suo intervento aveva riaffermato l’importanza della presenza dei cattolici organizzati all’interno delle istituzioni elettive, per difendere il pluralismo ed i valori riconducibili alla Persona ed alla tutela del Bene Comune, precisando che “ Abbiamo delle responsabilità, a partire dalla colpevole afonia dei cattolici negli ultimi anni”.

Posizione che non pochi porporati e coloro che si definiscono “cattolici adulti” e militano in altri partiti, purtroppo continuano a disapprovare. 

Tra i ricordi tramandatemi, la coraggiosa omelia che tenne, quand’era vescovo di Asti al funerale dell’On. Giovanni Goria, politico onesto e cattolico professo, stritolato dalla campagna mediatica conseguente alla mattanza di “Mani pulite” sulla quale noi democristiani avremo ancor tante cose inoppugnabili da scrivere.

Per coloro che non risiedevano a Torino e per i giovani, ritengo opportuno tratteggiare  momenti significativi del suo alto magistero. 

Il cardinale Severino Poletto, l’ultimo presule assiso sulla cattedra di San Massimo ad essere stato insignito della berretta cardinalizia, fu Arcivescovo di Torino dal 5 settembre 1999, sino al 2010. 

Il suo episcopato è stato segnato, fin dall’inizio, dalla grave crisi produttiva ed occupazionale. Nel 2000 promosse un importante convegno in cui la Chiesa torinese apriva un «tavolo di confronto» con tutte le istituzioni, le parti sociali, le agenzie educative, il sistema del credito con un obiettivo chiaro: valorizzare il dialogo reciproco come strumento principale per superare una crisi che, fin dall’inizio, non riguardava solo l’azienda di riferimento di Torino ma investiva l’intero territorio. 

Venne creato cardinale da Giovanni Paolo II il 24 febbraio 2001. Della sua attività pastorale si ricorda soprattutto il grande piano di «missioni» che coinvolse tutta la diocesi in un percorso pluriennale, concluso dalla «redditio fidei» a Roma, di fronte a papa Benedetto XVI. La Lettera pastorale «Costruire insieme» (2001) è la sintesi e il programma del suo lavoro.

Il cardinale Poletto fu anche appassionato Custode della Sindone: guidò le due ostensioni del 2000 e del 2010 (dove intervenne come pellegrino papa Benedetto XVI).

Al cardinale si deve la decisione di realizzare lo straordinario lavoro di restauro del Telo, che ha permesso di «ripulire» la Sindone da materiali accumulatisi negli ultimi secoli, dopo l’incendio di Chambéry del 1532, e che offre oggi un’immagine più chiara dell’icona.

I lavori furono effettuati dalla prof. Mechtild Flury Lemberg, esperta di tessuti, membro della Commissione internazionale per la conservazione della Sindone.

Il cardinale Poletto era uomo di Cultura e promosse l’accesso  del laici ai corsi della Facoltà Teologica. 

Preziosa e commovente la testimonianza della dottoressa Magdalena Leonte, esponente della Chiesa Ortodossa e presidente dell’Associazione san Lorenzo dei Romeni:  “Grazie alla decisione del cardinale Poletto, ho potuto conseguire il master in Bioetica istituito presso la Facoltà teologica di Torino. Ricordo la sua presenza ed il messaggio che rivolse agli studenti al momento dell’inaugurazione dei corsi accademici. Sono commossa  alla triste notizia della sua dipartita, perché ricordo che mi sentii ancor più coinvolta nel seguire e diffondere i valori che in un mondo ostile, la Bioetica cattolica, attraverso la sua lungimirante  iniziativa, stava diffondendo”.

Ebbene, il consiglio comunale di Torino che nel corso dei decenni sempre aveva commemorato e ricordato gli arcivescovi defunti, non ha ancora provveduto al ricordo del Cardinale Poletto che per sua volontà volle essere sepolto all’interno del santuario della Consolata.

Da quanto è dato sapere, alcuni esponenti della maggioranza  e dei grillini si sono opposti. La scorsa settimana il consiglio comunale ha commemorato tre personaggi non così conosciuti dal grande pubblico, deceduti nei giorni immediatamente precedenti. Per il cardinale Poletto, ad oltre tre mesi dal decesso, le porte di palazzo civico sono ancora ignobilmente sbarrate. 

Ci rivolgiamo ai consiglieri che conoscono la storia della nostra città e la diuturna opera del Cardinale, affinchè colgano il nostro appello che trova eco e sostegno da parte di moltissimi  torinesi, a prescindere dall’appartenenza religiosa e politica.

Loredana Muci
Author: Loredana Muci

Segretario Cittadino della Democrazia Cristiana Torino

Di Loredana Muci

Segretario Cittadino della Democrazia Cristiana Torino

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